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MUSEO PARROCCHIALE D'ARTE SACRA un percorso tra la storia, cultura e fede di Castellabate ![]() Castellabate Centro Storico Visite orario invernale sabato e domenica 9-12 - 15-17 per prenotazioni visite 0974.967005 orario estivo dal 1° luglio al 7 settembre tutti i pomeriggi dalle 17 alle 21 Presentazione Il Museo d'Arte Sacra raccoglie tele, statue, arredi, paramenti sacri e argenti dal XVI al XX secolo. Il patrimonio artistico è la testimonianza tangibile della religiosità popolare di questa comunità ed è l'espressione della sua fede che affonda le radici nel monachesimo basiliano e benedettino e si rafforza nella venerazione di Costabile Gentilcore, Santo Patrono e Fondatore di Castellabate. Le opere raccolte nel Museo, provenienti dalla Parrocchia e dalle cappelle - alcune non più esistenti - sono vere pagine di storia, di fede e di cultura. Viene spontaneo ricordare il compianto Monsignor Alfonso Maria Farina, persona colta e sensibile, il quale raccolse, custodì e fece restaurare tante opere oggi esposte. Aveva un sogno: realizzare un museo per far conoscere e far amare la storia, la cultura e la fede di questa terra. Questo è lo scopo del Museo d'Arte Sacra. Un po' di storia. Castellabate apparteneva alla diocesi della Badia della SS. Trinità di Cava e per il fatto di essere stata la terra natia di San Costabile IV Abate e per la felice posizione geografica e commerciale, rivestiva un'importanza notevole tanto da essere sede del vicariato diocesano e sede di sinodi. Nei registri parrocchiali del 1500 si annotavano i primi lavori di ampliamento della Chiesa; nel 1600, in paese, aumentavano anche le cappelle di proprietà di nobili famiglie e nel 1700 le migliori condizioni sociali ed economiche permettevano l'espansione nel territorio circostante delle cappelle private. I proprietari ed il popolo uniti nella fede, trovavano la forza per superare le difficoltà della vita e il profondo senso religioso portava la gente a dedicare grande attenzione alla propria chiesa arricchendola di arredi sacri, lasciti e donazioni. Le produzioni d'arte sacra era spesso di origine locale. Il percorso museale. I RITRATTI DEI CANONICI Don Carlo Domenico Antico (1647-1713) Secondogenito di una famiglia abbastanza agiata fu subito avviato al sacerdozio, compì i suoi studi nella Badia di Cava de' Tirreni. Don Bartolomeo Comunale (1760-1835) Fu Vicario e Arciprete. Don Matteo Meriglia (1785-1856) Intraprese la carriera ecclesiastica ma non disdegnò di interessarsi dei problemi sociali e della famiglia. Fu anche Ispettore delle scuole e Deputato Ecclesiastico. Don Giuseppe Monzillo (1797-1882) Esponente di una delle più antiche famiglie di Castellabate fu avviato alla carriera ecclesiastica. Sacerdote e canonico. Don Pasquale Parente (1783-1861) Canonico della Parrocchia. Don Carlo Maria Perrotti (1795-1875) Ultimo di cinque figli, fratello del sacerdote Don Nicola Perrotti, ne seguì le orme avviandosi alla carriera sacerdotale. Don Luigi Matarazzo (1800-1864) Nipote del sacerdote Don Francesco Matarazzo ne seguì le orme avviandosi alla carriera sacerdotale. Il 16 aprile 1819 ottenne la bolla d'intestazione della Cappellania della Cappella di San Biagio, della famiglia Matarazzo. Il 30 settembre 1833 il Sottintendente Valia di Vallo della Lucania gli diede mandato di poter insegnare nella Scuola Primaria di Castellabate. Il 24 giugno 1845 fu nominato Economo della Collegiata. Partecipò attivamente alla vita del paese: nel 1862 era anche presidente della Congrega di Carità. Don Arsenio Peccatiello (1874-1947) Nacque a Caposele (AV) il 5 settembre 1874 da Donato e Antonina Petrucci. Il 16 luglio 1898 fu ordinato sacerdote a Pagani. Il 31 gennaio 1905 arrivò a Castellabate come coadiutore dell'Arciprete Don Luigi Maurano, succedendogli alla sua morte il 3 febbraio 1923. Fu il fondatore del gruppo "Azione Cattolica" in Castellabate. L'8 luglio 1942 fu nominato Monsignore. Morì a Castellabate 1l 12 giugno 1947. Don Alfonso Maria Farina (1918-1990) Nacque a Caposele (AV) il 16 giugno 1918 da Pasquale e Adele Peccatiello. Studiò presso il Seminario Diocesano di Salerno, e poi nella Badia di Cava de' Tirreni. Fu ordinato sacerdote il 5 luglio 1942 nella Chiesa Collegiata di Castellabate alla presenza di suo zio, l'Arciprete Don Arsenio Peccatiello, e del Vescovo consacrante Mons. Fortunato M. Farina, Arcivescovo di Foggia. Fu prima coadiutore dell'Arciprete Peccatiello e poi Parroco di Castellabate. Seguì il restauro della Chiesa, curò la conservazione dei beni della Chiesa, fu autore di molti scritti per i quali vinse prestigiosi premi letterari. Ricercatore appassionato pubblicò ibri sulla storia di Castellabate. Morì a Castellabate il 17 ottobre 1990. VETRINE DEI SERVI DI DIO Raccolta di oggetti utilizzati per la penitenza e la mortificazione corporale dal servo di Dio Don Nicola M. Matarazzo (1828-1895) e oggetti appartenuti al servo di Dio Don Luigi M. Jaquinto dei Padri Domenicani (1680-1764). GLI ARGENTI Il calice più antico è datato 1586; gli altri, di pregevole fattura e finemente lavorati, sono del 1681, del XVIII sec. fino ad arrivare al 1895. I candelieri, il turibolo e navetta, esposti nelle sale del Museo risalgono al sec. XVIII. L'ostensorio e la corona, di grande interesse, sono del sec. XVII. Originale è il bassorilievo in argento, Raffigurante San Giuseppe con Gesù e San Giovanni del XIX sec. IL PRESEPE I pastori esposti fanno parte di una collezione che comprende 110 figure; gesù Bambino, il bue e l'asino in legno sono del 1600; gli altri personaggi sono del '700 e dell''800 napoletano. La scenografia è stata curata da Costabile Bronzo. GLI ARREDI SACRI Nelle vetrine sono esposti vari tipi di arredo sacro: si va dal velo omerale ricamato in oro del sec. XVIII, dall'ombrello damascato alle carte gloria e ai vasetti per palme. Il Messale Romano ed i lampioncini per processione risalgono al sec. XVIII. Pezzi del coro ligneo della Chiesa Madre, risalente al XVI secolo. I PARAMENTI SACRI I paramenti sacri più antichi sono il piviale ricamato in oro e lle pianete nere, risalenti al sec. XVIII; gli altri paramenti risalgono al 1800 e agli inizi del 1900 e sono ricaati in oro. Particolarmente interessanti sono la dalmatica con stemma abbaziale ricamata in oro del XVIII sec., la dalmatica damascata rossa con stola, velo e borsa per calice. Lo Stendardo di San Costabile è particolarmente caro alla comunità parrocchiale di Castellabate perché collegato ad un miracolo del Santo. Si legge infatti nel libro "San Costabile Gentilcore" di P. Don Faustino Mostardi O.S.B.: "(...) Dopo il colera del 1884, i fedeli di Castellabate, in onore di San Costabile, ordinano la confezione di un grande e ricco Stendardo di seta con 100 stelle d'oro e l'effige del Santo ricamata in oro. Il lavoro è stato eseguito dall'Orfanotrofio di Napoli, diretto dalla Suore di Carità. Quando gli incaricati, con a capo il canonico Maurano, si recano a Napoli per estinguere il debito di 700 lire, con grande stupore vengono avvertiti dal fornitore che è stato già saldato da un individuo "in veste da monaco". LE STATUE L'Addolorata - autore ignoto, sec. XIX; Sant'Anna e Maria e Madonna "della Candelora" - autori ignoti, sec. XVIII; la Madonna con la veste dorata è scolpita in un unico pezzo di legno, di autore ignoto. I QUADRI Alcune tele provengono da cappelle private, donate alla Chiesa Madre. Tra i dipinti più antichi: l'ovale "Dio Padre"; San Costabile del sec. XVII; Santa Cecilia datata 1731; San Vincenzo Ferreri di Tommaso De Vivo del 1853; gli altri dipinti sono del XVIII secolo, di autori sconosciuti ma sicuramente degni di essere ammirati. |
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